Gravi disturbi mentali – Nuove linee guida Oms per migliorare la salute dei malati
“I disturbi mentali gravi riducono l’aspettativa di vita di 10-20 anni e hanno tassi più alti di morte per cause innaturali (incidenti, omicidio o suicidio). Obiettivo delle linee guida è migliorare la gestione delle condizioni di salute fisica negli adulti con SMD e supportare la riduzione dei comportamenti individuali che costituiscono fattori di rischio per queste malattie, per abbattere la morbilità e la mortalità prematura. LE NUOVE LINEE GUIDA OMS
12 NOV – Nuove Linee guida Oms sulla gestione delle condizioni di salute fisica negli adulti con gravi disturbi mentali per fornire raccomandazioni aggiornate basate su dati concreti a sostegno dell’ampliamento dell’assistenza per le persone che vivono con disturbi mentali gravci (SMD) a livello globale.
L’obiettivo delle linee guida è migliorare la gestione delle condizioni di salute fisica negli adulti con SMD e supportare la riduzione dei comportamenti individuali che costituiscono fattori di rischio per queste malattie, con l’obiettivo di abbattere la morbilità e la mortalità prematura tra le persone con SMD.Il peso globale della malattia dovuto a disturbi mentali continua a crescere, specialmente nei paesi a basso e medio reddito medio (LMIC).
Oltre a causare una grande percentuale di morbilità, i disturbi mentali – in particolare quelli gravi – sono collegati a esiti di salute peggiori e all’aumento della mortalità.
Le SMD sono definite come un gruppo di condizioni che includono depressione da moderata a grave, disturbo bipolare e schizofrenia e altri disturbi psicotici. Le persone con SMD hanno una mortalità media da due a tre volte superiore rispetto alla popolazione generale, che si traduce in una riduzione dell’aspettativa di vita di 10-20 anni e hanno tassi più alti di morte per cause innaturali (incidenti, omicidio o suicidio) rispetto alla popolazione generale…”
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Fonte: “Nuove linee guida Oms per migliorare la salute nelle persone con gravi disturbi mentali”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=67754