Bpco ad alto rischio di riacutizzazione – ‘Teofillina’ aggiuntiva a basse dosi delude
“I pazienti adulti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ad alto rischio di riacutizzazione e trattati con corticosteroidi inalatori e teofillina a basse dosi come terapia aggiuntiva non presentavano un minor numero di esacerbazioni rispetto a quelli non trattati con la teofillina, secondo i risultati dello studio TWICS appena pubblicato sul Journal of American Medical Association (JAMA)
Per decenni la teofillina orale è stata utilizzata come broncodilatatore per trattare la BPCO, ma è caduta in disgrazia a causa degli effetti collaterali determinati dalle dosi elevate che sono necessarie per ottenere un effetto benefico, così come dalla disponibilità di trattamenti farmacologici più efficaci. Tuttavia, a causa del suo basso costo, la teofillina è ancora utilizzata in tutto il mondo. Ad alte dosi, per una concentrazione plasmatica di 10-20 mg/l, ha un modesto effetto broncodilatatore a scapito di sostanziali effetti collaterali, ma non è chiaro se le dosi più ridotte siano efficaci.
Le linee guida GOLD (Global Initiative for Chronic Ostructive Lung Disease) non raccomandano l’uso di teofillina a meno che non siano disponibili altri broncodilatatori per il trattamento a lungo termine. Non ne respingono l’uso a basse dosi, evidenziando però che la rilevanza clinica di questo impiego non è stata completamente stabilita e che l’evidenza clinica, in particolare sulle esacerbazioni, è limitata e contraddittoria.
Dal momento che alcune valutazioni precliniche hanno dimostrato che concentrazioni plasmatiche ridotte di teofillina (1-5 mg/l) potenziano gli effetti antiinfiammatori dei corticosteroidi nella BPCO, uno studio recente ha cercato di determinare se l’aggiunta di teofillina a basse dosi alla terapia con corticosteroidi per via inalatoria avrebbe ridotto il numero di esacerbazioni della malattia.
Lo studio TWICS
TWICS (Theophylline With Inhaled Corticosteroids) è un trial clinico realizzato nel Regno Unito, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo. I partecipanti avevano un rapporto di volume espiratorio forzato nel primo secondo/capacità vitale forzata (FEV1/FVC) inferiore a 0,7, almeno 2 esacerbazioni nell’anno precedente e venivano trattati con un corticosteroide inalatorio. Ha confrontato il numero di riacutizzazioni tra coloro che assumevano solo corticosteroidi inalatori (più placebo) e quanti ricevevano teofillina a basse dosi come terapia aggiuntiva…”
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Fonte: “Bpco, teofillina aggiuntiva a basse dosi delude nel ridurre le riacutizzazioni”, PHARMASTAR