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Tromboembolismo venoso arti inferiori – Revisione sul trattamento

“Una revisione di tutti gli studi principali pubblicati sul trattamento delle tromboflebiti superficiali degli arti inferiori incorona il fondaparinux come il farmaco più efficace nel ridurre il rischio di tromboembolismo venoso, estensione o recidiva della tromboflebite superficiale. Lo studio più significativo al riguardo ha utilizzato per 45 giorni un dosaggio intermedio tra il terapeutico e il profilattico. Alla luce di queste evidenze, secondo gli autori andrebbero riviste le attuali linee guida di trattamento americane

Le tromboflebiti superficiali degli arti inferiori sono un problema molto comune ma da non sottovalutare perché possono a volte complicarsi in trombosi venosa profonda o dare recidive che a loro volta possono evolvere verso una trombosi venosa profonda. JAMA di questa settimana pubblica un’analisi di tutti gli studi clinici (sono 33) pubblicati sull’argomento dal 1970 al 2017 (su un totale di 7.296 persone di età compresa tra i 19 e i 94 anni) che, valutando gli esiti dei diversi trattamenti utilizzati (farmaci anticoagulanti, antinfiammatori, chirurgica, elastocompressione, placebo, nessun intervento). Il primo nome dello studio è quello dell’italiano Marcello Di Nisio, Dipartimento di Medicina e Geriatria, Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti-Pescara.

Endpointprincipali dell’analisi era l’efficacia rispetto ad un evento tromboembolico sintomatico (cioè la capacità di prevenire una trombosi venosa profonda o l’embolia polmonare) e al sicurezza (valutata come sanguinamenti maggiori). Gli endpoint secondari erano: embolia polmonare sintomatica, trombosi venosa profonda sintomatica o progressione da tromboflebite superficiale a trombosi venosa profonda; estensione o recidiva della flebite superficiale; mortalità; effetti indesiderati del trattamento; eventi tromboembolici arteriosi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tromboflebiti degli arti inferiori. Ecco come trattarle al meglio”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=67463