Anticorpi antifosfolipidi – Possibili marcatori di rischio di infarto miocardico
“Uno studio caso-controllo svedese, pubblicato online sugli “Annals of Internal Medicine”, ha scoperto che alcuni anticorpi antifosfolipidi hanno maggiore probabilità di essere presenti dopo un attacco cardiaco, suggerendo che potrebbero essere un marker per il rischio di infarto miocardico (IM)
In particolare, spiegano i ricercatori coordinati da Elisabet Svenungsson, dell’Ospedale Universitario Karolinska di Stoccolma, un prelievo di sangue da 6 a 10 settimane effettuato a soggetti ricoverati per un primo IM ha mostrato che le immunoglobuline G (IgG) anti-2-glicoproteina I (anti-2GPI) e anticardiolipina (anti-CL) erano più comuni in questi pazienti rispetto ai controlli (11,1 % contro 1,3%, p <0,001.
Secondo gli autori, si sono rivelati predittori indipendenti di IM la positività al test per anticorpi antifosfolipidi IgG (OR 7,8; IC al 95% 4,0-15,3) e l’attuale abitudine al fumo (OR 2,6; IC al 95% 1,9-3,5) ma non altri tradizionali fattori di rischio cardiovascolare (CV) come diabete, ipertensione o indice di massa corporea (BMI).
Il disegno dello studio PAROKRANK
Lo studio multicentrico PAROKRANK ha incluso 805 pazienti consecutivi di 17 ospedali svedesi di età inferiore ai 75 anni, ricoverati per un primo IM e senza precedenti sostituzioni valvolari.
I soggetti sono stati reclutati in ospedale e si sono attese da 6 a 10 settimane per effettuare il prelievo di sangue per i test e per compilare i questionari in una clinica cardiologica locale. Questa coorte è stata abbinata ad altri 805 controlli. Svenungsson e colleghi hanno cercato di misurare gli anticorpi antifosfolipidi mediante test anti-CL, anti-2GPI e del lupus anticoagulante funzionale.
Il significato clinico dei risultati
La positività agli antifosfolipidi IgG non era più probabile con l’aumentare dell’età, ma ha mostrato una prevalenza numericamente più alta tra le donne (26,1% contro il 17,9% degli uomini, p = 0,062) e gli attuali fumatori (33,7% contro il 25,1% per i non fumatori, p = 0,085).
Lo studio non è stato in grado di confermare la positività dell’anticorpo antifosfolipidi in una seconda occasione, come sarebbe stato necessario per diagnosticare la sindrome da anticorpi antifosfolipidi in soggetti con eventi trombotici o determinarne la presenza prima dell’IM…”
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Fonte: “Anticorpi antifosfolipidi possibili marcatori di rischio di infarto miocardico, ricerca del Karolinska”, PHARMASTAR