Cancro al polmone ALK+ avanzato – Inibitore di ALK di nuova generazione ‘brigatinibin’ batte standard su progressione
“L’inibitore di ALK di nuova generazione brigatinib si è dimostrato chiaramente superiore rispetto a crizotinib nel prolungare il tempo alla progressione della malattia o al decesso in pazienti adulti con un carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato o metastatico ALK-positivo (ALK+), non trattati in precedenza con un inibitore di ALK
Rispetto ai pazienti trattati con crizotinib, standard di cura di prima linea per il tumore al polmone ALK+, quelli trattati con brigatinib hanno mostrato una sopravvivenza libera da progressione (PFS) superiore, corrispondente a una riduzione del 51% nel rischio di progressione della malattia o decesso (HR 0,49; IC al 95% 0,33-74; P = 0,0007).
“Brigatinib è un inibitore di ALK di nuova generazione che ha dimostrato di avere un’eccellente penetrazione nel sistema nervoso centrale, un’attività preclinica contro un’ampia gamma di mutazioni di resistenza a crizotinib, e di essere l’unico inibitore di ALK ad avere un’attività preclinica marcata contro le linee cellulari con mutazioni dell’EGFR” ha spiegato il primo autore dello studio, D. Ross Camidge, del Joyce Zeff Chair in Lung Cancer Research presso lo University of Colorado Cancer Center di Aurora.
“Quando lo studio è stato progettato, crizotinib era lo standard di cura, e volevamo vedere cosa succede se si utilizza l’inibitore di ALK potenzialmente migliore della classe rispetto allo standard di cura nel setting della prima linea” ha detto Camidge, in conferenza stampa.
“In questa prima analisi ad interim con un follow-up molto breve, brigatinib ha ridotto il rischio di progressione o morte del 51%, ma se consideriamo la landmark analysis a un anno, le probabilità dei pazienti di non essere in progressione o deceduti sono risultate del 67% con brigatinib e 43% con crizotinib, per cui brigatinib rappresenta una terapia di prima linea molto promettente” ha affermato Camidge.
Lo studio ALTA-1L
ALTA-1L è uno studio multicentrico randomizzato, in aperto, progettato per confrontare testa a testa l’efficacia e la sicurezza di brigatinib e quella di crizotinib in 275 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK+ in stadio IIIB/IV che non erano stati trattati in precedenza con un ALK-inibitore, ma potevano aver fatto al massimo una chemioterapia nel setting della malattia avanzata…”