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Malattie rare – Distrofia muscolare di Duchenne, identificato un nuovo meccanismo

Scoperto che farmaci in grado di regolare la funzione degli endocannabinoidi permettono di contrastare il decorso della malattia e recuperare parte delle funzioni motorie perdute in un modello animale. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, è stato condotto dall’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli, con l’Istituto di genetica e biofisica del Cnr-Igb di Napoli, il Dipartimento di farmacia dell’Università Federico II, la fondazione Santa Lucia di Roma, l’istituto Telethon di genetica e medicina di Pozzuoli e l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova

La distrofia muscolare di Duchenne è la più frequente patologia muscolare su base ereditaria. Ad esserne colpiti sono principalmente i bambini maschi. L’esordio è precoce e, oltre ai muscoli scheletrici, sono colpiti molti altri organi come cuore, polmoni e cervello. Ancora oggi contro tale patologia non è disponibile una cura.

Una nuova speranza arriva dai laboratori di ricerca dell’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Icb) di Pozzuoli guidati da Vincenzo Di Marzo, dove si è scoperto come in un modello animale sia possibile rallentare significativamente il decorso della malattia e recuperare le funzioni motorie perdute mediante i farmaci in grado di regolare la funzione dei cannabinoidi prodotti dal nostro stesso organismo. Lo studio è pubblicato su Nature Communications.

Hanno collaborato allo studio anche l’Istituto di genetica e biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igb) di Napoli, il Dipartimento di farmacia dell’Università Federico II, la fondazione Santa Lucia di Roma, l’istituto Telethon di genetica e medicina di Pozzuoli e l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova.

“Con i nostri ricercatori siamo da anni impegnati a studiare il sempre crescente numero di molecole che compongono il sistema degli endocannabinoidi e dei recettori ed enzimi ad esso collegati, da un punto di vista chimico-strutturale e funzionale”, spiega Di Marzo in una nota del Cnr-Icb. “In molti casi i nostri studi hanno dimostrato come le alterazioni di tale sistema siano associate a varie patologie di ordine neurologico come demenze senili, epilessia, dolore acuto e cronico, e a diverse forme di tumore. Per alcune di esse, poco o per nulla trattabili dal punto di vista clinico, farmaci che agiscono, tra le altre cose, regolando la funzione degli endocannabinoidi stanno avendo un riscontro positivo”.

Le alterazioni del sistema endocannabinoide nelle patologie muscolari restano tuttavia ancora poco note. “Il nostro studio affronta proprio questo aspetto e per la prima volta ha riscontrato importanti alterazioni degli endocannabinoidi nei muscoli scheletrici affetti da distrofia muscolare di Duchenne, in particolare l’iperattività del recettore CB1 nel tessuto muscolare striato, sia nell’uomo sia in un modello animale”, prosegue Fabio Arturo Iannotti del Cnr-Icb che ha pianificato e condotto il progetto di ricerca. “Abbiamo inoltre dimostrato come, con somministrazioni ripetute di farmaci in grado di attenuare tale iperattvità, si ottenga un parziale ma significativo recupero delle funzioni motorie ed una riduzione dell’infiammazione nel modello animale”.

La malattia, ricorda la nota, esordisce nei primi anni di vita e causa una progressiva ed irreversibile degenerazione muscolo-scheletrica, con un’aspettativa di vita medio-bassa. “Le terapie attuali prevedono l’assunzione di potenti farmaci antiinfiammatori con i quali però si riesce soltanto a contenere in maniera parziale la sintomatologia e con i quali è difficile effettuare una valutazione rischio-beneficio”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Distrofia muscolare di Duchenne, identificato un nuovo meccanismo”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=66079