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Malattie rare – UILDM, Disabilità: ancora troppe carenze e barriere architettoniche

«A scuola nessuno accompagna mio figlio disabile in bagno, aiutateci»

Riaprono le scuole e per tanti alunni ricomincia un percorso a ostacoli. Servizi di assistenza inadeguati, carenza di docenti di sostegno specializzati, presenza di barriere architettoniche tra le segnalazioni più frequenti all’Unione italiana distrofia muscolare

Francesco, 12 anni, soffre di una rara forma di distrofia muscolare ancora senza nome, che colpisce anche gli sfinteri. Frequenta la seconda media e ha bisogno di essere accompagnato al bagno e assistito nell’igiene personale.

Racconta il papà, Luca, anch’egli affetto da distrofia: «L’anno scorso i bidelli, cui spetta il compito, si erano rifiutati tutti di aiutare mio figlio, che è in sedia a rotelle e ha problemi agli sfinteri dovuti alla malattia. Si erano offerti due insegnanti, ma quando mancavano, la scuola chiamava mia moglie per accompagnare il bambino in bagno. Ed è capitato anche di trovarlo sporco e doverlo riportare a casa. Quest’anno la preside ci ha informato dell’arrivo di nuovi bidelli che avrebbero potuto garantire l’assistenza a Francesco. La scorsa settimana sono cominciate le lezioni, ma il problema non è risolto: chi lo accompagna al bagno durante l’orario scolastico? Né è arrivato, a causa di motivi burocratici, il sollevatore, un ausilio utile per il trasferimento in bagno del bambino. È questa l’integrazione scolastica?».

Diritto allo studio disatteso

Riaprono le scuole e per tanti alunni con disabilità, come Francesco, ricomincia il percorso a ostacoli, anche burocratici, per poter studiare. Quest’anno, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), gli alunni con disabilità sono in aumento: 245.723 (l’anno scorso erano 234.658), di cui 21.434 nella scuola dell’infanzia, 89.029 nella primaria, 66.823 nella secondaria di I grado, 68.437 nella secondaria di II grado. «Servizi di assistenza inadeguati, carenza di docenti di sostegno specializzati, presenza di barriere architettoniche sono tra le segnalazioni più frequenti che continuiamo a ricevere ogni anno» riferisce Anna Mannara, consigliera nazionale dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) e referente dell’associazione per i rapporti con il MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Secondo il rapporto dell’Istat, “L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”, pubblicato a marzo, nell’anno scolastico 2016-2017 sette alunni con disabilità su cento nella scuola primaria e sei su cento in quella secondaria di primo grado non riuscivano a svolgere una di queste attività autonomamente: spostarsi, andare in bagno o mangiare. «Una vera inclusione scolastica – sottolinea Mannara – significa mettere l’alunno con disabilità in condizioni di parità rispetto agli altri studenti. In molti casi l’insegnante di sostegno non basta e l’alunno deve poter contare sul supporto di altre figure professionali o servizi».

L’assistenza igienica? Spetta ai bidelli

Per Francesco e altri bambini con disabilità che non riescono a muoversi autonomamente, significa avere un assistente che li accompagni in bagno e li aiuti nell’igiene personale. «I bidelli sono obbligati a svolgere questa mansione – chiarisce Salvatore Nocera, esperto di legislazione scolastica e dirigente della Fish, Federazione italiana superamento handicap -. È scritto sia nel Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale ATA, sia nel decreto legislativo n. 66/2017, “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”, che rende obbligatorio, tra l’altro, anche il rispetto del genere degli alunni nell’assegnazione del personale che deve svolgere il servizio di assistenza. Inoltre – ricorda l’avvocato – una recente sentenza della Cassazione (n. 22786/16) ha condannato al risarcimento dei danni due collaboratrici scolastiche per essersi rifiutate di effettuare il cambio del pannolino a un’alunna con disabilità. Nel caso ci fosse un solo bidello nell’istituto, con male alla schiena ed esonerato dal servizio di assistenza igienica – spiega Nocera – il preside ha l’obbligo di chiedere all’ufficio scolastico regionale di mandarne un altro, o che sia sostituito con un collaboratore di un’altra scuola non esonerato. Si tratta di un servizio essenziale per assicurare all’alunno il diritto allo studio».

Barriere architettoniche in 10mila edifici

Svolge, invece, un altro ruolo l’assistente all’autonomia e alla comunicazione personale, sempre a supporto dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, soprattutto nel caso di studenti non udenti o non vedenti. «Queste figure professionali specifiche sono riconosciute e finanziate dagli enti locali – precisa Mannara -. Sono stati ripartiti i fondi nazionali (75 milioni) a supporto delle spese di Regioni e Città metropolitane che, dopo la soppressione delle Province, devono garantire gli assistenti alla comunicazione e il trasporto gratuito degli studenti con disabilità che frequentano le scuole superiori…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “«A scuola nessuno accompagna mio figlio disabile in bagno, aiutateci»”, CORRIERE DELLA SERA / DISABILITA’

Tratto dahttps://www.corriere.it/salute/disabilita/18_settembre_18/papa-francesco-nessuno-accompagna-mio-figlio-bagno-16581302-ba50-11e8-95a0-9e297f49af54.shtml