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Malattie rare – Sindrome di Hunter, promettente il primo test sull’editing genomico nel corpo

Risultati preliminari suggeriscono che un trattamento per una rara malattia genetica, la sindrome di Hunter, è sicuro, ma non è ancora chiaro se sia anche efficace

Una terapia in grado di editare i geni direttamente nel corpo umano potrebbe essere sicura, secondo i risultati preliminari del primo studio clinico condotto per testare questo approccio.

I ricercatori di Sangamo Therapeutics di Richmond, in California, hanno progettato enzimi per correggere un errore nel genoma di persone affette da una rara malattia genetica chiamata sindrome di Hunter, che non sono in grado di scindere alcuni zuccheri complessi. Gli scienziati hanno usato un virus per portare questi enzimi di editing genomico fino alle cellule dei pazienti.

L’azienda ha presentato i risultati ai primi di settembre ad Atene, nel corso dell’incontro annuale della Society for the Study of Inborn Errors of Metabolism. I dati sull’efficacia dell’approccio provengono da sole quattro persone arruolate nello studio per 16 settimane. Anche se esistono indicazioni del fatto che il trattamento abbia ridotto i livelli di un marcatore biochimico usato per valutare la gravità della sindrome di Hunter, è troppo presto per sapere se la terapia ha funzionato.

La sindrome di Hunter è causata da mutazioni che rendono inefficace un enzima chiamato iduronato-2-solfatasi (IDS), che nell’organismo è responsabile della scissione di alcuni zuccheri complessi. Quando si accumulano, questi zuccheri possono danneggiare organi come polmoni, cuore e cervello.

Alcune persone con la sindrome di Hunter attualmente ricevono l’enzima IDS per infusione, in modo da sostituire la versione danneggiata. Ma l’enzima sano si esaurisce rapidamente e i pazienti devono tornare ogni settimana per una nuova dose.

Risultati contrastanti
Il gruppo di Sangamo ha cercato un modo per sostituire permanentemente l’enzima. L’azienda ha progettato enzimi di modifica genica chiamati nucleasi a dita di zinco per inserire una versione sana del gene

in una regione del genoma ritenuta sicura. I ricercatori hanno poi usato un virus per veicolare il DNA che codifica per la nucleasi, e il gene IDS sano nelle cellule epatiche, dove normalmente viene prodotto l’IDS.

Si tratta di un miglioramento rispetto ai metodi convenzionali di terapia genica, che non permettono ai ricercatori di controllare dove è inserito il gene sano. Questa incertezza ha sollevato preoccupazioni sul fatto che l’inserimento stesso possa danneggiare un gene importante.

Due dei soggetti coinvolti nello studio di Sangamo hanno mostrato una diminuzione nell’urina dei livelli degli zuccheri scissi dall’IDS. Gli altri due, che hanno ricevuto una dose più bassa, non hanno mostrato cambiamenti. Nessun paziente riferisce di eventi avversi gravi legati alla terapia.

Ma i ricercatori non sono riusciti a rilevare un concomitante aumento della quantità di enzima IDS nel sangue. Il presidente di Sangamo, Sandy Macrae, afferma che l’azienda sta lavorando su un metodo di misurazione più sensibile, in grado di rilevare bassi livelli dell’enzima, e ha ipotizzato che l’enzima potrebbe essere rapidamente assorbito dal sangue da tessuti deprivati di IDS. Una risposta più chiara potrebbe emergere quando l’azienda testerà dosi più elevate del trattamento, ha aggiunto.

Questa spiegazione probabilmente non è stata sufficiente a placare gli investitori: le azioni Sangamo sono scese del 22 per cento nelle ore successive alla presentazione.

I dati sono difficili da interpretare anche perché i pazienti coinvolti nello studio hanno continuato a ricevere la terapia sostitutiva con IDS. Un comitato di sicurezza valuterà i dati entro la fine dell’anno per decidere se i partecipanti alla sperimentazione possano interrompere il trattamento, permettendo ai ricercatori di avere uno sguardo più chiaro sugli effetti della strategia di editing di Sangamo.

Un futuro segnato dall’editing
L’editing genetico è un argomento di grande interesse, dovuto in gran parte allo sviluppo di una tecnica potente chiamata CRISPR-Cas9. Ma anche se CRISPR-Cas9 è più facile da progettare e da usare in laboratorio, i ricercatori hanno più esperienza nell’uso delle nucleasi alla edita di zinco per armeggiare con i genomi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Promettente il primo test sull’editing genomico nel corpo”, Le Scienze

Tratto dahttp://www.lescienze.it/news/2018/09/10/news/primo_test_editing_genetico_corpo-4103378/