Diabete – Da aggiornare scheda tecnica di ‘canagliflozin’ riguardo dati su riduzione eventi cardiovascolari maggiori
“I positivi risultati cardiovascolari dello studio CANVAS sono valsi al farmaco ipoglicemizzante canagliflozin e alla combinazione canagliflozin/metformina un aggiornamento delle informazioni di prodotto per decisione della Commissione europea. Presentati nel giugno del 2017 al congresso americano di diabetologia (ADA), i dati sono stati pubblicati in contemporanea sul New England Journal of Medicine
Ad oggi sono pochissimi i farmaci ipoglicemizzanti che possono vantare anche l’indicazione d’uso in pazienti a rischio CV: l’inibitore del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) empagliflozin (2016), l’analogo GLP-1 liraglutide (2017) e l’insulina degludec (2018).
Grazie a una partnership con Janssen, la compagnia farmaceutica Mundipharma è il distributore esclusivo per canagliflozin (Invokana) e per la combinazione canagliflozin + metformina (Vokanamet) nei paesi nello spazio economico europeo (SEE) e in Svizzera. Mundipharma ha i diritti esclusivi per la promozione, distribuzione e vendita dei due prodotti in tutti i paesi tranne la Spagna, unico caso in cui sono co-promossi dalla due società.
«Ci auguriamo che questa approvazione non solo fornisca ai medici una panoramica più dettagliata di canagliflozin, ma li aiuti quando prendono decisioni sul trattamento più appropriato per i loro pazienti» ha dichiarato Amedeo Soldi, Direttore medico di Mundipharma Italy. «Il diabete mellito di tipo 2 è una delle forme più comuni di diabete e rappresenta la maggior parte dei casi di diabete in tutto il mondo, quindi è estremamente importante continuare a migliorare i risultati per questi pazienti».
Lo studio CANVAS
Iniziato nel 2009 su oltre 10mila pazienti, lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario e ha dimostrato che canagliflozin riduce del 14 per cento rispetto al placebo il rischio combinato di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus non fatale, nei pazienti adulti con diabete di tipo 2 che presentavano una storia di malattia cardiovascolare o almeno due fattori di rischio cardiovascolare…”