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Rischio oncologico – Sanguinamenti maggiori da anticoagulanti, utili fattori predittivi

Un sanguinamento maggiore, nei pazienti con malattia aterosclerotica trattati con anticoagulanti, dovrebbe indurre il clinico alla ricerca della potenziale presenza di un cancro. È questo il messaggio emerso da ulteriori analisi dello studio COMPASS – condotto con rivaroxaban con o senza acido acetilsalicilico (ASA) e pubblicato l’anno scorso sul “New England Journal of Medicine” – presentate a Monaco di Baviera in una sessione del recente Congresso dell’European Society of Cardiology (ESC 2018)

«Nei pazienti con malattia coronarica stabile o malattia delle arterie periferiche, l’insorgenza di sanguinamento gastrointestinale maggiore predice un aumento sostanziale di nuove diagnosi di tumore gastrointestinale, mentre un sanguinamento maggiore genito-urinario è predittivo di un sostanziale aumento di nuove diagnosi di cancro a livello del tratto uro-genitale».

Lo ha sostenuto (1) il ricercatore principale dello studio, John Eikelboom, del Population Health Research Institute della McMaster University di Hamilton (Canada), nel corso della sua relazione.

Dal trial COMPASS ricavati dettagli sulle successive diagnosi di cancro
Fino a un paziente su dieci con malattia cardiovascolare ha eventi ricorrenti ogni anno. Come riportato in precedenza, lo studio COMPASS ha rilevato che, nei pazienti con malattia coronarica o arteriosa periferica, la combinazione di rivaroxaban (2,5 mg due volte al giorno) e ASA riduceva gli eventi cardiovascolari rispetto all’ASA da solo, ma vi erano più eventi emorragici maggiori nel gruppo ‘combinazione di farmaci’. (2)

La novità esposta a Monaco sta nel fatto che ora, per la prima volta, i ricercatori hanno riferito dettagli circa gli effetti del sanguinamento maggiore sulle successive diagnosi di cancro.

Il disegno dello studio originale
In breve, nello studio COMPASS erano stati arruolati 27.395 pazienti con malattia coronarica cronica stabile o arteriosa periferica in 602 centri di 33 Paesi. I pazienti sono stati assegnati in modo randomizzato a uno dei seguenti tre gruppi:

  1. rivaroxaban 2,5 mg due volte al giorno più ASA 100 mg una volta al giorno;
  2. rivaroxaban 5 mg due volte al giorno;
  3. ASA 100 mg una volta al giorno.

I risultati in ciascuno dei gruppi rivaroxaban sono stati confrontati con il gruppo ASA da solo. La durata media del follow-up era di 23 mesi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sanguinamenti maggiori da anticoagulanti, utili fattori predittivi di rischio oncologico #ESC2018”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/cardio/sanguinamenti-maggiori-da-anticoagulanti-utili-fattori-predittivi-di-rischio-oncologico-esc2018–27503