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Esofago di Barrett – PPI e antagonisti del recettore H2 riducono rischio di carcinoma

I pazienti con esofago di Barrett che hanno assunto inibitori della pompa protonica o antagonisti del recettore H2 dell’istamina hanno mostrato un rischio più basso per lo sviluppo di adenocarcinoma esofageo. E’ quanto emerge da una ricerca pubblicata su Alimentary Pharmacology and Therapeutics

I pazienti con esofago di Barrett hanno un rischio 11 volte maggiore di adenocarcinoma esofageo (OAC) rispetto alla popolazione generale.

A causa del continuo aumento dell’incidenza di OAC e del suo elevato tasso di mortalità al rapporto di incidenza, c’è stato anche un aumento dell’attenzione su questa problematica che ha trasformato la chemioprevenzione nel ritardare o arrestare la progressione del sarcome di Barrett a neoplasia, incluso il cancro invasivo.

Ad esempio, l’aspirina, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e le statine sono stati associati a un ridotto rischio di progressione verso OAC dei pazienti con esofago di Barrett.

L’uso combinato può essere una strategia efficace per la prevenzione secondaria dei farmaci soppressivi antidiabetici OAC, come inibitori della pompa protonica (PPI) e antagonisti del recettore 2 dell’ istamina (H2RA), che sono comunemente usati nei pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo (GERD).

Mimi C. Tan, della sezione di gastroenterologia ed epatologia del Baylor College of Medicine, e colleghi hanno evidenziato in questo nuovo lavoro che i soppressori dell’acido aiutano a prevenire l’infiammazione causata dall’acidità dello stomaco e dalla bile.
“L’infiammazione cronica causata da GERD e l’esposizione alla bile porta all’esofago di Barrett [BE] e ad adenocarcinoma esofageo, probabilmente attraverso l’aumento dell’espressione della cicloossigenasi (COX) -2, che inibisce l’apoptosi e aumenta la proliferazione cellulare”, hanno sottolineato gli autori.

“PPI e antagonisti dell’H2R (H2RPA) riducono l’esposizione all’acido e alla bile dell’esofago e potrebbero avere un ruolo nella guarigione della mucosa e bloccare l’infiammazione nella cascata della neoplasia”…”

Fonte: “Esofago di Barrett, rischio ridotto di carcinoma grazie ai PPI e agli antagonisti del recettore H2”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/gastro/esofago-di-barrett-rischio-ridotto-di-carcinoma-grazie-ai-ppi-e-agli-antagonisti-del-recettore-h2–27265