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Lupus eritematoso sistemico – La fatigue, il punto cause, epidemiologia e terapie disponibili

Chi è affetto da lupus ne conosce assai bene le conseguenze nefaste, aggiuntive alla malattia lupica di per sé: la “fatigue” è quella comorbilità che, per quanto non mortale, si vorrebbe evitare ad ogni costo in quanto condiziona spesso e pesantemente la qualità della vita già non ottimale dei pazienti affetti da questa malattia cronica autoimminitaria. Ma che cosa è esattamente la “fatigue”? Quali sono i fattori che la scatenano e sui quali eventualmente intervenire? Esistono terapie disponibili? Di seguito una succinta disamina delle conoscenze sull’argomento, coadiuvati in questo da un’intervista ai nostri microfoni alla prof.ssa Marta Mosca (Associato di Reumatologia a Pisa)

Cosa è la fatigue?
Rappresenta uno dei sintomi primari riferiti da un paziente su due affetto da lupus eritematoso sistemico (LES).

Per quanto non esista un consenso chiaro sulla definizione di “fatigue”, Piper e coll individuano in questa condizione “una stanchezza fisica insolita, anomala o estrema che è sproporzionata o non associata allo svolgimento di attività fisica o a particolari sforzi” (1).

In realtà le cose sono ancora più complesse: “La fatigue – spiega la prof.ssa Mosca – oltre a fattori squisitamente fisici, si accompagna anche difficoltà di organizzarsi mentalmente per partire a svolgere una determinata attività”.

La “fatigue”, come ben sa il paziente lupuco che la sperimenta, si associa ad riduzione della qualità della vita, aumento del rischio di improduttività lavorativa (se non addirittura causa di perdita del posto di lavoro) e aumento dei costi sanitari sostenuti per le conseguenze di questa condizione.

Fattori associati alla fatigue
Non esiste una causa definita di “fatigue” ma sono stati identificati numerosi fattori associati a questa condizione (2).

Innanzitutto, si osserva spesso una riduzione della capacità aerobica dei pazienti con LES rispetto ai controlli sani; alcuni studi hanno mostrato un miglioramento di alcuni outcome di salute – compresa la riduzione della “fatigue” – dall’incremento dell’attività fisica.

Nella popolazione con LES, poi, la prevalenza dell’obesità (BMI> 30 kg/m2) è significativa, e si associa ad un peggioramento della depressione e della “fatigue”.

Alcuni studi hanno documentato l’esistenza di una relazione bidirezionale tra la “fatigue” e una cattiva qualità del sonno, con le coorti di pazienti con LES che sperimenta, generalmente, un numero maggiore di disturbi da risveglio o un sonno non ristoratore.

La depressione risulta molto spesso associata con la “fatigue” e i disturbi d’ansia o dell’umore nei pazienti con LES rispetto ai controlli sani. Esiste, inoltre, una correlazione positiva tra l’intensità del dolore percepito e la “fatigue” nella popolazione di pazienti con LES.

Non sembrano esservi associazioni significative tra l’impiego di steroidi o FANS e la severità della “fatigue”, mentre fibromialgia, anemia e attività di malattia lupica possono influenzare negativamente la “fatigue” nel LES.

Trattamento farmacologico e non della “fatigue” associata a LES
Nel corso degli anni, sono state studiate diverse opportunità terapeutiche per migliorare la “fatigue” associata al LES: tra le misure non farmacologiche abbiamo l’adozione di una dieta a basso introito calorico, la psicoterapia se ci sono problemi legati all’umore, il ricorso a gruppi di supporto pazienti per migliorare l’autostima e la consapevolezza del proprio stato di malattia, il ricorso all’attività fisica (qualunque essa sia), l’agopuntura per ridurre sia il dolore che la “fatigue”.

A livello farmacologico, invece, sono stati condotti alcuni studi clinici sull’impiego di belimumab oppure di vitamina D3, con alcuni risultati positivi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “La fatigue nel lupus eritematoso sistemico: il punto su epidemiologia, cause e terapie disponibili #EULAR2018”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/la-fatigue-nel-lupus-eritematoso-sistemico-il-punto-su-epidemiologia-cause-e-terapie-disponibili-eular2018-27142