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Malattie rare – Leucemia linfatica cronica R/R, combinazione anti-BCL2 venetoclax e anti CD-20 rituximab permette di evitare chemio e di fermare cura dopo 2 anni

La combinazione dell’anti-BCL2 venetoclax e l’anti CD-20 rituximab, oltre a migliorare la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto alla chemioimmunoterapia con bendamustina e rituximab, permette, a differenza di quest’ultima, di ottenere percentuali elevate di negatività della malattia minima residua (MRD) che si mantengono nel tempo anche dopo la fine del trattamento in pazienti con leucemia linfatica cronica recidivata/refrattaria (R/R), anche quelli ad alto rischio

Lo rivelano i dati di una nuova analisi dello studio registrativo di fase 3 MURANO, presentati in una sessione orale del congresso della European Hematology Association (EHA), in corso a Stoccolma.

Diversi studi prospettici hanno suggerito che raggiungere una condizione di assenza di MRD (MRD-negatività) nel sangue periferico o nel midollo osseo può avere un effetto prognostico sulla durata della risposta e sui risultati di sopravvivenza dei pazienti con leucemia linfatica cronica, di cui in Italia si contano circa 3000 nuovi casi all’anno, per lo più in persone sopra i 60 anni.

Nello studio MURANO, dei 121 pazienti su 194 (il 62%) che hanno raggiunto il traguardo della negativizzazione della MRD (cioè meno di una leucemica rilevabile su 10.000 globuli bianchi) alla fine della terapia con venetoclax più rituximab, l’83% ha mantenuto l’MRD-negatività e non mostrava segni di progressione dopo un follow-up mediano di 13,8 mesi (range: 5,6-23,0 mesi).

“In questa analisi dei dati di MRD-negatività in pazienti con leucemia linfatica cronica trattati con venetoclax in combinazione con rituximab, sono state ottenute percentuali elevate e durature di non rilevabilità della MRD nel sangue periferico al termine del trattamento con la combinazione, indipendentemente dalle caratteristiche di rischio dei pazienti” ha sottolineato il primo autore dello studio Peter Hillmen, del St. James’s University Hospital di Leeds, nel Regno Unito.

“Questi risultati sulla negatività della MRD, assieme l’assenza di progressione per quasi 14 mesi nei pazienti che hanno mantenuto l’MRD non rilevabile, rappresentano un dato incoraggiante dello studio MURANO” ha aggiunto il professore.

Lo studio MURANO
MURANO è un trial multicentrico internazionale di fase III, randomizzato, e in aperto, al quale hanno preso parte 389 pazienti con leucemia linfatica cronica recidivata/refrattaria che avevano fatto in precedenza da una a tre linee di terapia, fra cui almeno un regime chemioterapico. Se erano già stati trattati con bendamustina, potevano essere ammessi solo se il trattamento con questo agente risaliva a non meno di 2 anni prima…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Leucemia linfatica cronica R/R, con venetoclax più rituximab possibile evitare la chemio e stoppare la cura dopo 2 anni. #EHA2018”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/leucemia-linfatica-cronica-r-r-con-venetoclax-pi-rituximab-possibile-evitare-la-chemio-e-stoppare-la-cura-dopo-2-anni-eha2018-27091