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Diabete di tipo 2 e malattia renale cronica lieve/moderata – Metformina risulta sicura

Nei pazienti con diabete di tipo 2 e malattia renale cronica lieve/moderata (con velocità di filtrazione glomerulare stimata superiore a 30 ml/min/1,73 m²), l’uso di metformina non ha aumentato l’incidenza di acidosi lattica. E’ quanto emerge da uno nuovo studio pubblicato su JAMA Internal Medicine

«Circa 1 milione di pazienti negli Stati Uniti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale da lieve a moderata non ricevono una terapia con metformina come indicato dalle linee guida», hanno scritto Benjamin Lazarus, della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e colleghi. «Questo può riflettere l’incertezza riguardo al rischio di acidosi in pazienti con malattia renale cronica».

Per quantificare l’associazione tra l’uso di metformina e l’ospedalizzazione con acidosi lattica in pazienti con malattia renale cronica, gli autori hanno analizzato i dati di due coorti di pazienti real-life, ricavandoli da due ampi database.

La coorte primaria comprendeva 75.413 pazienti con diabete (età media, 60,4 anni, 51% donne), nel database del Geisinger Health System, valutati per gli anni 2004-2017. I ricercatori hanno poi replicato i risultati in una seconda coorte di 67.578 nuovi utilizzatori di metformina e 14.439 nuovi utilizzatori di sulfonilurea, valutati nel periodo 2010-2015 e provenienti dai registri di 350 sistemi sanitari privati statunitensi.

Un uso prudente di metformina è sicuro
Quasi la metà (45%, n=34.095) dei partecipanti ha ricevuto metformina al basale e 13.781 durante il follow-up. In un tempio mediano di 5,7 anni, si sono verificati 2.335 ricoveri per acidosi.

L’uso di metformina non è risultato correlato ai nuovi casi di acidosi (HR aggiustato=0,98, IC 95%, 0,89-1,08) rispetto al non utilizzo del farmaco. Non è emerso un rischio statisticamente significativo di acidosi associata a metformina, né complessivo né con velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) tra 45 e 59 ml/min/1,73 m² (aHR=1,16, IC 95%, 0,95-1,41) e eGFR tra 30 e 44 ml/min/1,73 m² (aHR=1,09, IC 95%, 0,83-1,44).

Solo con eGFR inferiore a 30 ml/min/1,73 m² è emersa una associazione tra l’uso di metformina e l’aumento del rischio di acidosi (aHR = 2,07, IC 95%, 1,33-3,22). I risultati non sono cambiati confrontando i nuovi utilizzatori di metformina con i nuovi utilizzatori di sulfonilurea ed escludendo i consumatori di insulina al basale.

«I nostri risultati supportano un utilizzo prudente di metformina nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e eGFR di almeno 30 ml/min/1,73 m²», hanno concluso Lazarus e colleghi.

Per la Fda è OK, ma con cautela
In un editoriale di accompagnamento, Chester Good, della University of Pittsburgh Medical Center Health Plan e Leonard Pogach, del Department of Veterans Affairs New Jersey Healthcare System, hanno scritto: «Riteniamo che, quando presentati con una discussione equilibrata rischio-beneficio di tutti e tre gli agenti, molti, se non la maggior parte dei pazienti, sceglieranno la metformina come farmaco di prima linea nel contesto della malattia renale cronica»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Diabete di tipo 2, metformina sicura anche in presenza di malattia renale cronica lieve e moderata”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/diabete/diabete-di-tipo-2-metformina-sicura-anche-in-presenza-di-malattia-renale-cronica-lieve-e-moderata-27043