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Cirrosi epatica – Nuova terapia riduce mortalità del 38%

Pubblicati su Lancet i risultati di uno studio indipendente basato sull’utilizzo dell’albumina, guidato dai ricercatori del Policlinico e durato dieci anni su 440 pazienti

Bologna, 4 giugno 2018 – Una riduzione del rischio di mortalità a 18 mesi del 38%. Una diminuzione delle complicanze superiore al 50% e dunque delle ospedalizzazioni. Una migliore qualità di vita.

Sono i principali risultati ottenuti con una terapia innovativa per i malati con cirrosi epatica scompensata basata sulla somministrazione cronica di albumina, testata in uno studio indipendente durato oltre dieci anni e guidato da un gruppo di ricercatori del Policlinico di Sant’Orsola di Bologna. I risultati dello studio sono stati pubblicati su The Lancet, una delle più prestigiose riviste mediche internazionali.

Come si genera e cosa provoca la cirrosi
La cirrosi rappresenta l’evoluzione di molte malattie croniche del fegato, le più frequenti causate da virus, uso inappropriato di alcol e problemi metabolici. Dopo una lunga fase spesso asintomatica, la cirrosi diventa scompensata quando i pazienti sviluppano gravi complicanze, tra cui la principale è rappresentata dall’ascite (accumulo di liquido nella cavità addominale).

La cirrosi è tra le più frequenti cause di morte nel mondo. Circa 15.000 individui muoiono in Italia a causa delle complicanze di questa malattia. Per la complessità di gestione e per le frequenti ospedalizzazioni, la cirrosi scompensata richiede un elevato utilizzo dei sistemi sanitari con costi economici molti alti.

Una ricerca indipendente su 33 centri
Lo studio clinico randomizzato (ANSWER trial) è una ricerca indipendente no-profit resa possibile da un finanziamento di circa 800mila euro da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che ha selezionato il progetto nel 2007 attraverso un bando competitivo. Il finanziamento ha coperto i costi di gestione dello studio, mentre tutti i partecipanti dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale non hanno percepito alcun compenso aggiuntivo per il lavoro svolto.

Lo studio, proposto e coordinato dai Professori Paolo Caraceni e Mauro Bernardi, coadiuvati dagli assegnisti di ricerca dott. Giacomo Zaccherini e dott. Maurizio Baldassarre e dal Medico in Formazione Specialistica in Medicina Interna dott. Manuel Tufoni, afferenti all’Unità Operativa Semeiotica Medica diretta dal prof. Franco Trevisani, rappresenta il più grande trial clinico randomizzato mai portato a termine con successo in questa tipologia di pazienti. Alla ricerca hanno partecipato altri 32 centri Italiani, arruolando complessivamente 440 pazienti.

I risultati dello studio del Sant’Orsola
I risultati dimostrano che l’albumina, somministrata ogni settimana al dosaggio di 40 grammi in servizi di tipo ambulatoriale, è in grado di ridurre il rischio di mortalità a 18 mesi del 38%, così come il numero di paracentesi evacuative (drenaggio percutaneo del liquido ascitico) del 54% e la frequenza delle principali complicanze, tra cui insufficienza renale (-61%), encefalopatia epatica (-52%), infezioni batteriche del liquido ascitico (-67%)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Cirrosi epatica, nuova terapia riduce la mortalità del 38%”, insalute news

Tratto dahttps://www.insalutenews.it/in-salute/cirrosi-epatica-nuova-terapia-riduce-la-mortalita-del-38/