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Emicrania – La forma che viene dal freddo (per colpa dei geni)

Una variante genetica comune nelle popolazioni dell’Europa settentrionale espone a un maggior rischio di emicrania ricorrente, ma, come ha dimostrato un nuovo studio, è il frutto di un adattamento ai climi più freddi avvenuto negli ultimi 25.000 anni in seguito alle migrazioni dei nostri antichi antenati verso nord

Nelle popolazioni che vivono nel nord dell’Europa è molto diffusa una variante genetica che aumenta il rischio di soffrire di emicrania. Sembrerebbe perciò un tratto genetico piuttosto sfavorevole, ma è scampato alla selezione naturale perché conferisce agli esseri umani una notevole capacità di adattarsi a climi più freddi. È quanto emerge da uno studio pubblicato su “PLOS Genetics” da Felix Key e colleghi del Max-Planck-Institut per l’antropologia evoluzionistica.

Per capire la connessione tra evoluzione genetica e resistenza al freddo bisogna seguire le rotte migratorie di Homo sapiens. Gli studi indicano infatti che i nostri antenati vissero nel continente africano per milioni di anni, e che solo negli ultimi 100.000-50.000 anni circa molte popolazioni umane lasciarono il clima caldo dell’Africa per colonizzare regioni più fredde in Europa, in Asia e nel resto del mondo.

“Questa colonizzazione potrebbe essere stata accompagnata da adattamenti genetici che aiutarono i primi esseri umani a rispondere in modo efficace alle basse temperature”, ha spiegato Aida Andres, che ha coordinato lo studio. L’ipotesi è corroborata da alcuni dati scientifici, che riguardano in particolare alcuni adattamenti metabolici riscontrati nelle popolazioni vissute tradizionalmente nelle regioni polari.

Anche in ambienti non polari, le diverse popolazioni umane vivono in condizioni climatiche estremamente varie. Per esempio, la temperatura media annuale è di 28 °C in Nigeria e di soli 6 °C in Finlandia. Tra i possibili adattamenti avvenuti durante l’evoluzione è logico quindi aspettarsi anche quelli relativi alla termosensazione (la sensazione della temperatura ambientale innocua, mediata dai recettori termici che innervano la pelle), che è cruciale per la termoregolazione (il processo di mantenimento della corretta temperatura corporea).

A livello molecolare, la sensazione della temperatura è legata all’attivazione di specifici canali ionici, che regolano cioè l’ingresso e l’uscita degli ioni attraverso le pareti cellulari. Tra questi, spiccano i canali TRP (transient receptor potential) e in particolare il membro 8 della sottofamiglia M, noto come TRPM8.

Key e colleghi hanno cercato di verificare l’ipotesi che il gene che codifica per TRPM8 possa essere stato coinvolto in un processo evolutivo di adattamento all’ambiente. Gli autori hanno scoperto che una variante di un gene coinvolto nei meccanismi di regolazione dell’espressione di TRPM8 è diventato sempre più comune nelle popolazioni vissute alle più alte latitudini negli ultimi 25.000 anni.

Il processo ha lasciato un’impronta evidente: se si guarda la distribuzione geografica di questa variante, si nota che varia proporzionalmente con la latitudine. Inoltre, si calcola che solo il 5 per cento dei soggetti di ascendenza nigeriana sia portatore di questa variante contro l’88 per cento dei soggetti di ascendenza finlandese.

Alcuni studi avevano già identificato questa variante come fortemente correlata all’emicrania ricorrente, un disturbo neurologico debilitante che colpisce milioni di persone in tutto il mondo…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “L’emicrania che viene dal freddo (per colpa dei geni)”, Le Scienze

Tratto dahttp://www.lescienze.it/news/2018/05/04/news/emicrania_geni_adattamenti_climi_freddi-3965620/