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Trombosi – Non sottovalutare sintomi

Trombosi: non è una malattia, ma la causa che spesso si cela dietro infarto e ictus 

Anche quest’anno ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus, in occasione della giornata Nazionale, che come ogni anno si svolge il terzo mercoledì di aprile, ricorda l’importanza di prevenire la trombosi. Tale condizione rappresenta spesso la causa scatenante di eventi anche mortali, come infarto e ictus. Con il termine trombosi si intende la formazione di un coagulo di sangue, il trombo, che può andare ad ostruire arterie o vene.

Trombosi arteriosa e venosa  

Nel primo caso si parla di trombosi arteriosa: il coagulo è ricchissimo di piastrine, si forma molto rapidamente e può andare a ostruire le arterie oppure frammentarsi, in tanti piccoli coaguli che prendono il nome di emboli che possono occludere arterie più piccole lontane dall’arteria nella quale il trombo si è formato.

Proprio la trombosi arteriosa è il meccanismo che scatena eventi come l’infarto del miocardio, l’ictus o ischemia cerebrale, la trombosi e l’embolia della retina o l’infarto intestinale. La trombosi venosa, invece, è dovuta alla formazione di coaguli molto ricchi di fibrina, che si formano lentamente, a volte anche durante l’arco di settimane e tendono a risalire verso l’alto a cuore e polmoni.

La trombosi venosa è il meccanismo che scatena la trombosi venosa profonda o TVP, la flebite o TVS o tromboflebite, la trombosi della vena porta, della vena cava, delle vene epatiche o della retina. La complicanza più grave è l’embolia polmonare dovuta alla frammentazione del coagulo venoso più grande e all’ostruzione delle vene polmonari.

«Di solito – spiega la dottoressa Lidia Rota Vender, Specialista in Ematologia e malattie cardiovascolari da Trombosi e Presidente di ALT Onlus – le trombosi arteriose sono considerate più gravi perché danno sintomi molto drammatici e improvvisi, tuttavia anche la trombosi venosa può essere altrettanto grave, quando non riconosciuta: se il trombo che si forma in una vena delle gambe o delle braccia non si scioglie e si rompe, qualche frammento può raggiungere i polmoni e provocare un’embolia polmonare, condizione con un’incidenza di 1-1,8 casi su 1000 persone all’anno che aumenta fino a 10 volte nei soggetti con età superiore ai 60 anni. Solo in Italia ogni anno la condizione interessa una persona su 100 e rimane la causa più probabile di morte nelle donne dopo il parto. Una Trombosi venosa non riconosciuta e non curata – conclude la dottoressa Rota Vender – si trasforma in Embolia polmonare in 40 casi su 100».

Vene varicose: un fattore di rischio per la trombosi da non sottovalutare  

Uno studio recente ha evidenziato come le persone con varici hanno un rischio circa 5 volte superiore di sviluppare trombosi venosa profonda e anche embolia polmonare. Le vene varicose, dunque, non sono solo un inestetismo, ma un grave problema di salute e chi ne soffre andrebbe per questo strettamente monitorato e non solo indirizzato verso l’utilizzo continuo delle calze a compressione graduata.

Malattie da trombosi: genetica e non solo  

Le malattie da trombosi, tendono a manifestarsi con una maggiore frequenza nelle persone che hanno un assetto genetico sfavorevole, ma la loro incidenza si abbassa drasticamente se si riducono i fattori di rischio modificabili che possono determinarle legate allo stile di vita. Purtroppo mantenersi attivi per tutta la vita, scegliere un’alimentazione sana ed equilibrata, mantenersi normopeso, non eccedere con l’alcol e non fumare sono tutti fattori che dipendono dalla volontà e dall’autocontrollo di ogni singolo individuo…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Trombosi, non sottovalutate i sintomi: spesso è la causa di infarti e ictus”, STAMPA SALUTE

Tratto dahttp://www.lastampa.it/2018/04/18/scienza/benessere/trombosi-non-sottovalutate-i-sintomi-spesso-la-causa-di-infarti-e-ictus-Ew3jS2ZBxsRGXOSWaXFZeI/pagina.html