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Malattie rare – Chiesi Farmaceutici, “La nostra Mission Impossible”

Il 22% dei ricavi destinato a ricerca e sviluppo, 720 ricercatori, 550 in Italia e il resto tra Europa e Usa. 1,69  miliardi di euro di fatturato a fine 2017 in crescita del 7% rispetto al 2016

Al mondo esistono circa settemila malattie rare, che colpiscono non più di cinque persone su mille, per lo più bambini. Curarli è complicato, se non altro perché le grandi multinazionali del farmaco non hanno interesse economico a studiare e scoprire farmaci per aiutarli.

Fortunatamente gli italiani di Chiesi Farmaceutici non ragionano così. Non fosse per loro, Hasan, il bambino siriano di 9 anni curato da una ma-lattia che non gli faceva crescere la pelle, oggi non potrebbe giocare e andare a scuola, come una persona normale. È stata Chiesi, insieme allo spin-off universitario Holostem Terapie Avanzate dei ricercatori Michele De Luca e Graziella Pellegrini dell’Università di Modena, a trovare una medicina per quel bimbo, utilizzando, per la prima volta in assoluto, le proprietà delle cellule staminali epiteliali.

Forse Chiesi non farà parte di Big Pharma, ma progetta comunque di raddoppiare il fatturato entro il prossimo decennio. Come? «Continuando a curare l’asma e la bronchite cronica, i nati prematuri e le persone affette da malattie specialistiche e rare», come ha annunciato il presidente, Alberto Chiesi, stabilmente alla guida del gruppo nonostante gli imminenti 80 anni, che compirà a dicembre. Al suo fianco non c’è solo il fratello minore, Paolo, che è vicepresidente, ma anche i quattro figli e nipoti, Alessandro, Andrea, Giacomo e Maria Paola, ciascuno con una propria specializzazione. Andrea si occupa della ricerca, Alessandro del mercato europeo, Maria Pao

«È stato nostro nonno, il chimico e farmacista Giacomo Chiesi a creare l’azienda oltre ottant’anni fa, ponendo le basi di un modello di business molto articolato e tuttora applicato. Infatti in Chiesi ci occupiamo di formulazione farmaceutica, di chimica e di ingegneria dei dispositivi di somministrazione », spiega Andrea Chiesi, responsabile della ricerca e lo sviluppo. Il core business del gruppo di Parma, che ha chiuso il 2017 vicino a 1,7 miliardi di euro, segnando un netto miglioramento sul 2016 (in crescita di oltre il 7%) e 438 milioni di ebitda, è da sempre la produzione di spray e polveri respiratorie contro asma e bronchite.

Ancora oggi il Foster Spray è il prodotto di punta: «Dal settore ricaviamo quasi 1 miliardo di euro, vale a dire oltre il 60% del volume d’affari complessivo», conferma Andrea. Il secondo pilastro del business nasce 25 anni fa, con la scoperta di una sostanza in grado di completare la formazione dei polmoni nei bambini nati prematuri.

Chiesi è diventata leader mondiale in questo ambito, copre il 70% del market share e ha salvato oltre 4 milioni di bambini: «Questo segmento crea 200 milioni di giro d’affari l’anno, ma a livello umano vale molto di più perché consente ai neonati di aspirare a una vita normale, evitando che la carenza di ossigeno crei danni cerebrali », spiega il figlio del presidente, che coordina 720 ricercatori, alcuni impegnati a trovare un metodo più semplice di somministrazione di quella sostanza ai nati prematuri.

Le specializzazioni nella respirazione e nella neonatologia hanno spinto Chiesi a puntare poi sullo “special care” e sulla cura delle malattie rare, «poco seguite dalla maggior parte delle aziende, nonostante ci sia un elevato bisogno terapeutico», racconta Andrea Chiesi.

Recentemente il gruppo ha lanciato un prodotto immunosoppressivo contro il rigetto post trapianto di rene e fegato, unico nel suo genere; ha poi contribuito alla creazione dello spin off Holostem dell’Università di Modena, la prima azienda biotecnologica che cura attraverso cellule staminali. Insieme hanno salvato Hasan, il bambino farfalla, così lo aveva battezzato la stampa internazionale.

All’inizio di quest’anno il Gruppo Chiesi ha ricevuto il via libera degli organi di controllo europei per produrre il primo farmaco contro l’alfa-Mannosidosi, un’altra patologia rara che provoca disturbi cronici e degenerativi nei bambini. «Le casistiche sono moltissime e abbiamo un vasto portafoglio di prodotti per curare malattie complicate, arrivando fino all’utilizzo di terapie geniche.

In alcuni casi le patologie orfane godono di agevolazioni di vario genere e quindi il processo di ricerca è facilitato. Tuttavia non sempre si arriva a un risultato utile e capita di non rientrare dall’investimento economico », racconta Andrea Chiesi. La divisione Ricerca e Sviluppo occupa quasi un sestodei 5 emila dipendenti del gruppo.

La gran parte dei ricercatori, circa 500, lavora nel centro di ricerca di Parma dove, nel 2011, sono nati nuovi laboratori. Altri poli scientifici si trovano in Svezia dove 15 ricercatori studiano terapie a base di proteine, mentre in Inghilterra una ventina di esperti studiano nuovi dispositivi per la somministrazione polmonare nei prematuri, e a Parigi si concentrano gli studi clinici. Altri ricercatori si trovano negli Stati Uniti, dove oltre allo sviluppo scientifico, ci si occupa anche delle certificazioni necessarie per entrare nel mercato americano.

La società investe il 22% del fatturato annuo in ricerca, circa un miliardo di euro negli ultimi 3 anni. «Il 77% dei nuovi prodotti è sviluppato internamente, il resto è frutto di acquisizioni e accordi con altre aziende, spin off e università», spiega il Presidente Alberto Chiesi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Farmaceutica, Chiesi: “Malattie rare, la nostra Mission Impossible”,” R.it Parma

Tratto da:

http://parma.repubblica.it/cronaca/2018/03/06/news/farmaceutica_chiesi_malattie_rare_la_nostra_mission_impossible_-190576635/