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Sclerosi multipla (SM) recidivante remittente (RRSM) – Dai livelli di due citochine nel liquor un marker di infiammazione e di risposta a rituximab

Secondo i risultati di uno studio pubblicati su “PLoS One”, in pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) recidivante remittente (RRSM) sono stati riscontrati cambiamenti significativi nel profilo immunologico del liquido cerebrospinale (CSF) dopo uno switch da terapie iniettabili di prima linea a rituximab nella direzione di controlli sani (HC)

In particolare, secondo gli autori diretti da Pierre de Flon, del Dipartimento di Farmacologia e Neuroscienze Cliniche dell’Università di Umeå (Svezia) – la proteina 10 indotta dall’interferone gamma (IP-10, nota anche CXCL 10) e l’interleuchina IL12/IL-23p40 meritano ulteriori studi come parte in causa nell’immunopatogenesi della SM e nella modalità di azione di rituximab nella SM.

I perché di uno studio su analiti presenti nel fluido cerebrospinale
«I meccanismi che inducono la risposta infiammatoria nella SM sono ancora oggetto di un’indagine approfondita. La precedente visione predominante secondo cui l’attività infiammatoria era principalmente dipendente dalle cellule T proinfiammatorie è stata messa in discussione dai risultati del trattamento con agenti che inducono una deplezione delle cellule B» premettono gli autori.

Lo sviluppo della tecnologia multiplex, consentendo la misurazione simultanea di più analiti, fornisce uno strumento per analizzare grandi gruppi di sostanze diverse da campioni di piccolo volume. «Tali studi possono fornire nuove prospettive sui meccanismi coinvolti nella patogenesi della SM e sul modo di azione di nuove terapie modificanti la malattia» specificano de Flon e colleghi.

Peraltro, precisano, «i livelli riportati di citochine nel CSF in varie malattie, tra cui la SM, sono diversi e il confronto tra diversi studi è complicato dall’eterogeneità in termini di gruppi clinici e metodologie». Inoltre pochi studi hanno esplorato i cambiamenti dei livelli di citochine nel CSF in relazione al trattamento con rituximab nella SM.

«Una significativa riduzione del livello del fattore attivante le cellule B (BAFF) è stata descritta dopo somministrazione intratecale di rituximab in nove pazienti di cui quattro con RRSM e cinque con SM secondariamente progressiva (SPSM)» ricordano gli autori. In uno studio di un singolo caso di SPSM – aggiungono – sono stati riportati cambiamenti in un ampio gruppo di citochine dopo ripetute somministrazioni intratecali di rituximab.

«Abbiamo precedentemente riportato i risultati di uno studio di fase II (il trial STRIX: Switch-To-RItuXimab in MS) volto a valutare l’attività infiammatoria in pazienti con RRSM clinicamente stabile dopo uno switch terapeutico da interferone iniettabile di prima linea (IFN)-beta o da glatiramer acetate (GA) a rituximab» scrivono i ricercatori.

«Lo scopo del presente studio è stato quello di indagare il cambiamento del profilo immunologico del CSF nella popolazione di pazienti sopra descritta durante il periodo di studio di due anni e di effettuare un confronto con HC» scrivono. «Al fine di evitare interpretazioni spurie, è stato applicato un algoritmo sistematico di valutazione della qualità».

Valutati 70 pazienti e confrontati con 55 controlli sani
Il CSF di 70 pazienti con RRSM clinicamente stabile e di 55 HC è stato analizzato mediante un metodo multiplex elettrochemiluminescente per un ampio gruppo di citochine e sostanze immunoattive prima e per due anni dopo lo switch terapeutico a rituximab. Dopo la valutazione della qualità dei dati, utilizzando un algoritmo predefinito, 14 analiti sono stati inclusi nell’analisi finale…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM, dai livelli di due citochine nel liquor un marker di infiammazione e di risposta a rituximab”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-dai-livelli-di-due-citochine-nel-liquor-un-marker-di-infiammazione-e-di-risposta-a-rituximab-26109