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Interventi chirurgici – Moduli di consenso incomprensibili, iniziativa di Cittadinanzattiva

Consegnati pochi minuti prima dell’intervento e termini ignoti tra le difficoltà segnalate dai malati. Le richieste al Ministero della Salute: informazioni complete sul trattamento, tempi adeguati per la comunicazione col paziente, stampati più semplici da leggere

Quando ci sottoponiamo a un intervento chirurgico o a un esame invasivo ci viene chiesto di firmare il modulo del «consenso informato» per autorizzare il trattamento. Non è (o almeno non dovrebbe essere) un semplice atto formale ma, prima di mettere quella firma, abbiamo diritto a ricevere informazioni comprensibili sulle terapie proposte, benefici e rischi che comportano, eventuali cure alternative, in modo da poter fare scelte consapevoli riguardo alla nostra salute. In realtà non sempre è così, come segnalano i cittadini al Pit salute di Cittadinanzattiva: una persona su cinque tra quelle che hanno denunciato «difficoltà di accesso all’informazione e alla documentazione sanitaria» ha riscontrato problemi col consenso informato. I cittadini raccontano di sentirsi disorientati o di avere dubbi rispetto all’intervento cui dovranno sottoporsi perché il modulo viene consegnato pochi minuti prima della prestazione ed è difficile da comprendere, troppo lungo e tecnico. Vorrebbero, invece, ricevere più informazioni per poter scegliere e capire cosa accadrà. Da qui la proposta di un documento, elaborato da Cittadinanzattiva insieme a rappresentanti di associazioni di pazienti, società scientifiche e istituzioni, presentato nei giorni scorsi al Ministero della Salute per sollecitare una raccomandazione ministeriale sui requisiti di qualità del percorso di acquisizione del consenso informato.

Livelli essenziali di informazione

«Con le raccomandazioni civiche chiediamo di rendere concreto il diritto al consenso, che dovrebbe rappresentare un momento specifico di un più ampio percorso dinamico di comunicazione e ascolto tra professionisti e cittadini, e non esaurirsi con la sola firma di un modulo, come purtroppo accade oggi in alcuni casi – afferma Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale dei diritti del malato-Cittadinanzattiva -. In alcune regioni e aziende sanitarie, poi, esistono ancora tempari e minutaggio del personale, nonostante il tempo della comunicazione sia considerato, per legge, vero e proprio tempo di cura. Per questo, occorre garantire livelli essenziali di informazione in tutta Italia, da nord a sud, con una raccomandazione ministeriale sui requisiti di qualità del percorso di acquisizione del consenso informato e l’attivazione di un gruppo di lavoro che coinvolga anche organizzazioni di cittadini e pazienti, società scientifiche, ordini professionali, esperti sul tema». L’appello non è caduto nel vuoto. Riferisce Aceti: «Il direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani, si è impegnato ad attivare al più presto il gruppo di lavoro».

Il tempo per l’ascolto

Ma quali sono gli elementi necessari per acquisire un consenso davvero informato? Gli autori del documento sottolineano l’importanza di fornire al paziente informazioni complete e aggiornate sulle proprie condizioni di salute, sul percorso di cura e le eventuali implicazioni o limitazioni che l’intervento potrà avere nella vita quotidiana, in modo che sia libero di fare una scelta consapevole. Viene poi ribadita la necessità di garantire spazi dedicati, accoglienti e rispettosi della privacy, tempi adeguati per la comunicazione col paziente, un dialogo che consenta di esprimere dubbi, bisogni, aspettative, e verificare quanto la persona abbia compreso. Serve anche un’adeguata formazione dei professionisti sanitari su relazione, comunicazione e percorso di acquisizione del consenso, sia a livello universitario, sia nei corsi di educazione continua in medicina (Ecm).

Moduli comprensibili

Secondo le raccomandazioni civiche, un altro elemento chiave per acquisire un consenso davvero informato riguarda i moduli: devono essere comprensibili e scritti con un linguaggio semplice, devono indicare percentuali di successo e di rischio del trattamento consigliato, le possibili alternative terapeutiche anche in altre strutture sanitarie, dati statistici sulle performance dell’ospedale…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Interventi chirurgici, i moduli di consenso sono incomprensibili”, CORRIERE DELLA SERA / SALUTE

Tratto dahttp://www.corriere.it/salute/18_febbraio_19/interventi-chirurgici-moduli-consenso-sono-incomprensibili-da863940-1549-11e8-b887-2e29bcef1dce.shtml