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Malattie croniche infiammatorie intestinali – Farmaci biologici, cosa comporta l’insorgenza di immunogenicità?

Le terapie biologiche possono essere accompagnate da problemi di immunogenicità. Una revisione sistematica della letteratura ha analizzato lo sviluppo degli anticorpi anti-farmaco per i principali farmaci biologici in commercio per le IBD evidenziando che questo problema a livello clinico causa una minore efficacia del farmaco con, in alcuni casi, qualche problema legato alla sicurezza. L’analisi è stata pubblicata su Therapeutic Advances in Gastroenterology

I farmaci biologici presentano una caratteristica propria ed in parte anche intrinseca che è quella della immunogenicità, ossia della capacità di indurre una risposta immune diretta contro il farmaco stesso. Questa risposta indesiderata che si esprime innanzitutto con la formazione di anticorpi anti-farmaco (anti-drug antibodies: ADAs), può essere di tipo transiente in assenza di qualsiasi rilevanza clinica, oppure può associarsi ad eventi clinicamente significativi quali la perdita di efficacia della proteina terapeutica o la comparsa di reazioni di ipersensibilità, talvolta fatali, al momento della somministrazioni del farmaco.

La malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono disturbi infiammatori cronici del tratto gastrointestinale. Le opzioni di trattamento comprendono terapie biologiche; tuttavia, una percentuale di pazienti perde la risposta ai farmaci biologici, in parte a causa della formazione di anticorpi anti-farmaco (ADAbs).
Questa review mira a valutare l’immunogenicità delle terapie biologiche e le loro implicazioni cliniche.

Gli autori hanno condotto una ricerca bibliografica completa di articoli pubblicati da gennaio 2009 ad agosto 2015 segnalanti l’immunogenicità verso adalimumab (ADM), certolizumab pegol (CZP), golimumab, infliximab (IFX), ustekinumab e vedolizumab nella malattia infiammatoria intestinale (IBD).

Gli articoli idonei sono stati esaminati e valutati da revisori indipendenti. Complessivamente sono state valutate 122 pubblicazioni che riportano 114 studi.
E’ stata segnalata la formazione di ADAbs per tutti i farmaci analizzati, ma la percentuale di pazienti che sviluppano ADAbs è risultata estremamente variabile, con il più alto tasso (65,3%) generato dalla somministrazione di IFX a pazienti con IBD; per adalimumab questa percentuale variava dallo 0.3% al 38% nei 23 studi considerati; per certolizumab pegol questa percentuale variava dal 3.3% al 25.3%; per vedolizumab dall’1% al 4.1%; per golimumab dallo 0.4% al 2.9%; per ustekinumab è stato identificato un solo studio che riportava una percentuale pari allo 0.7%.

La presenza di ADAb era frequentemente associata a una riduzione dell’efficacia primaria e a una perdita di risposta e, per IFX, a un aumento degli eventi avversi (AE); problemi aggiuntivi riguardo alla sicurezza non sono stati riscontrati con gli altri farmaci…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Farmaci biologici nelle malattie croniche infiammatorie intestinali, cosa comporta l’insorgenza di immunogenicità?”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/gastro/farmaci-biologici-nelle-malattie-croniche-infiammatorie-intestinali-cosa-comporta-linsorgenza-di-immunogenicit–25946