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Sclerosi multipla recidivante-remittente: Studio pubblcato su “Neurology: Neuroimmunology and Neuroinflammation”

Uno studio, pubblicato su “Neurology: Neuroimmunology and Neuroinflammation” dimostra che, in pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) recidivante-remittente (RRSM) e trattati con dimetilfumarato (DMF) e fingolimod FTY), le differenti terapie modificanti la malattia (DMT) possono essere indirizzati a diversi compartimenti linfocitari, suggerendo che la linfopenia può indurre meccanismi compensatori per mantenere l’omeostasi immunitaria

«Le DMT migliorano l’outcome della SM riducendo le recidive, il numero e il volume delle lesioni. I meccanismi di azione delle DMT implicano la riduzione dell’attivazione immunitaria, che potrebbe potenzialmente portare a complicazioni come la linfopenia, fattore di rischio per lo sviluppo di infezioni» premettono gli autori, coordinati da Fabrizio Giuliani, della Divisione di Neurologia del Dipartimento di Medicina presso la University of Alberta, a Edmonton (Canada).

I meccanismi d’azione di fingolimod e dimetilfumarato e l’obiettivo dello studio
Il DMF – ricordano i ricercatori – riduce l’attività di malattia attraverso diversi meccanismi come l’induzione dell’apoptosi nelle cellule T attivate, lo shift delle cellule T CD4 + verso un profilo Th2 e la riduzione della maturazione delle cellule dendritiche (DC). È stato dimostrato che il DMF nella SM riduce selettivamente le cellule T della memoria e diminuisce la popolazione complessiva delle cellule B, in particolare quelle mature, aggiungono.

«L’FTY, antagonista del recettore della sfingosina-1, riduce l’egressione dei linfociti dai linfonodi, con conseguente riduzione del pool circolante dei linfociti» proseguono Giuliani e colleghi. «I pazienti con SM trattati con FTY mostrano una riduzione delle cellule T e B, oltre a variazioni nel rapporto delle sottopopolazioni delle stesse cellule T e B.

«In questo studio, abbiamo caratterizzato la popolazione di cellule mononucleate in pazienti con RRSM trattati con due DMT (quali DMF e FTY) che hanno sviluppato linfopenia allo scopo di identificare la prevalenza dei vari sottogruppi di linfociti» spiegano.

A tal fine, continuano «abbiamo sviluppato pannelli di immunofenotipizzazione ad alta dimensionalità per studiare simultaneamente vari marcatori di superficie cellulare a livello di singola cellula e determinare la qualità della linfopenia indotta da DMF rispetto a FTY».

Le tecniche impiegate e i risultati analitici di laboratorio
Sono state utilizzate la citometria a flusso multicolore e l’analisi multiplex per identificare fino a 50 sottopopolazioni linfocitarie e per esaminare l’espressione di più citochine in pazienti selezionati. Sono stati confrontati i pazienti non trattati (NT) o trattati con FTY o DMF che avevano (DMF-L) o non avevano (DMF-N) sviluppato linfopenia…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM recidivante-remittente trattata con DMT, biomarker di linfopenia più preciso della conta linfocitaria”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-recidivante-remittente-trattata-con-dmt-biomarker-di-linfopenia-pi-preciso-della-conta-linfocitaria-25911