Il Comitato I Malati Invisibili è presente e attivo nel territorio nazionale da aprile 2014.

(+39) 000 0000 000

info@imalatiinvisibili.it
Via Monte Suello 1/12a – 16129 Genova (IT)

Salva

Articoli recenti

CF 95173870106

info@imalatiinvisibili.it

Via Monte Suello 1/12A

16129 Genova (IT)

Tromboembolismo venoso nei pazienti oncologici – Prevenzione con agenti orali possibile

Due ampi studi presentati al congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH) dimostrano che un anticoagulante orale potrebbe prendere il posto dell’eparina iniettabile a basso peso molecolare per il trattamento e la prevenzione delle recidive di un tromboembolismo venoso (TEV) acuto nei pazienti oncologici

Due studi
Uno è lo studio Select-d, nel quale i pazienti trattati con rivaroxaban hanno mostrato un’incidenza di TEV a 6 mesi più bassa rispetto a quelli trattati con l’eparina a basso peso molecolare dalteparina: 4% contro 11%.

Tuttavia, in questo trial, il tasso di sanguinamenti non maggiori clinicamente rilevanti è risultato più alto con rivaroxaban che non con dalteparina – 13% contro 2%- a suggerire che l’anticoagulante orale potrebbe essere un’alternativa sicura e vantaggiosa solo in pazienti selezionati.

“L’efficacia è indubbia, ma dobbiamo bilanciarla con le complicanze emorragiche” ha detto l’autrice principale dello studio, Annie Young, dell’Università di Warwick, nel Regno Unito. “Il messaggio del trial, a mio parere, è che bisogna fare un’attenta discussione con il paziente e valutare in ognuno di essi il rischio di sanguinamento e il rischio di recidiva” ha aggiunto la professoressa.

Un altro studio presentato al congresso, l’Hokusai VTE Cancer study, ha dato un risultato simile, evidenziando la non inferiorità di un agente orale, rivaroxaban, rispetto all’eparina a basso peso molecolare in pazienti con TEV associato al tumore. I due agenti hanno dato risultati simili in termini di TEV ricorrente o sanguinamenti maggiori gravi, anche se l’incidenza dei sanguinamenti maggiori è risultata maggiore con l’agente orale.

L’autore principale dello studio Hokusai, Gary Raskob, della University of Oklahoma di Oklahoma City, ha sottolineato che i risultati dei due studi rafforzano il concetto della validità d’uso degli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOAC) come alternativa all’eparina a basso peso molecolare iniettabile per il trattamento del TEV associato al cancro.

Risultati simili
“I risultati di questi due studi sono più simili che diversi. Se si applicano gli intervalli di confidenza statistica ai risultati dello studio Select-d e ai nostri, si sovrappongono notevolmente” ha affermato Raskob…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Prevenzione del tromboembolismo venoso nei pazienti oncologici, agenti orali possibile nuovo standard of care”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/prevenzione-del-tromboembolismo-venoso-nei-pazienti-oncologici-agenti-orali-possibile-nuovo-standard-of-care-25635