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Trapianto di fegato – Nuovo sistema per predire fallimento

Un gruppo di ricercatori della California University di Los Angeles ha messo a punto un sistema che valuta alcuni parametri in grado di predire, a 3 mesi, il rischio di fallimento del trapianto del fegato. In un ampio studio retrospettivo il nuovo sistema si è mostrato più efficace di un altro, ampiamente usato: il MEAF (Model for Early Allograft Function)

(Reuters Health) – Un sistema che valuta il livello di rischio del fegato trapiantato, il Liver Graft Assessment Following Transplantation (L-GrAFT) si è rivelato più accurato di altri sistemi generalmente utilizzati dai clinici per prevedere il fallimento dell’impianto del nuovo organo nell’arco temporale di tre mesi. In particolare si è dimostrato più affidabile del MEAF (Model for Early Allograft Function) .L’evidenza emerge da uno studio retrospettivo, che ha coinvolto un solo centro trapianti e un significativo numero di pazienti,2008, sottoposti a trapianto di fegato negli anni compresi tra il 2002 e il 2015. Lo studio è stato condotto da ricercatori della California University di Los Angeles ed è stato pubblicato da JAMA Surgery.

Lo studio
“Una precoce disfunzione organica dopo un trapianto di fegato (EAD) è un indice precursore di eventi avversi, ma manca un sistema di classificazione di questo rischio ampiamente accettato” dice Vatche Agopian, autore principale dello studio.

Per dare una risposta a questa esigenza clinica, Il team di Agopian ha sviluppato il modello L-GrAFT e lo ha confrontato con il punteggio Model for Early Allograft Function (MEAF) e con la definizione di EAD: livello di bilirubina di almeno 10 mg / dL al settimo giorno postoperatorio; International Normalized Tatio (INR) di almeno 1,6 al settimo giorno postoperatorio; aspartato aminotransferasi o livello di alanina aminotransferasi> 2000 U / litro entro i primi 7 giorni dal trapianto.

Nel gruppo valutato (2008 pazienti, prevalentemente maschi e di età media pari a 56 anni) i tassi di sopravvivenza globale e sopravvivenza senza fallimento del trapianto erano rispettivamente dell’83% e dell’81% a 1 anno, del 74% e del 71% a 3 anni, e del 69% e del 65% a 5 anni. L’incidenza di fallimento del trapianto e di morte si attestava all’11,1%.
Dopo tre mesi, tra i fattori associati alla sopravvivenza senza fallimento del trapianto rientravano quelli della conta piastrinica, l’ INR e livelli di aspartato aminotransferasi e bilirubina post-trapianto. Tutti parametri utilizzati per calcolare il punteggio di rischio L-GrAFT…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Trapianto di fegato. Nuovo sistema per predire il fallimento”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=57525