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CONOSCERE LE NEUROPATIE PERIFERICHE – Il Dolore nocicettivo, neuropatico e misto

DOLORE: È il più comune sintomo di malattia, tutti prima o poi lo provano. Ma è difficile darne una definizione esauriente così come elencare tutti i diversi tipi dolore che si sperimentano nella vita.

In pratica, come afferma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è dolore ciò che ciascuno di noi dice di essere dolore. Di certo esso indica che nell’organismo sta accadendo qualcosa di nocivo. Infatti, è una spia che si accende per informarci che qualcosa non funziona bene in qualche parte del nostro organismo.

Il corpo informa il cervello affinché questo, in modo istintivo o mediato, possa porre in atto comportamenti adeguati. Funzionando come allarme, il dolore segnala il rischio di perdita dell’integrità psicofisica: ciò allo scopo di conservarla o ripristinarla. Molte malattie sono individuabili grazie, appunto, alle localizzazioni del dolore e alle sue qualità.

Ma se questo è vero per le malattie acute non lo è invece quando il dolore si fa cronico, ossia quando esaurisce il suo compito di sentinella perdendo l’utilità di allarme e divenendo esso stesso più malattia che sintomo, causando quindi disequilibrio organico o psichico.

Sulla base dei diversi meccanismi fisiopatogenetici il dolore può essere distinto in 3 categorie

  • Dolore nocicettivo;
  • Dolore neuropatico;
  • Dolore misto.

Dolore nocicettivo
E’ per così dire il dolore “fisiologico”. In determinate circostanze infatti il dolore è una risposta fisiologica appropriata che si prova quando i nocicettori delle unità sensoriali (meccaniche, termiche e chimiche) vengono attivate a trasmettere impulsi afferenti ad un livello conscio.

L’integrazione a vari livelli livelli della
nocicezione e la percezione finale da parte del Sistema Nervoso Centrale costituisce il dolore accusato dal paziente.

Il dolore è descritto come penetrante, urente o gravativo se somatico sordo; non localizzabile, crampiforme se viscerale penetrante; o lancinante se su membrane periviscerali.

Per comprendere meglio questo tipo di dolore, andiamo a vedere cosa sono i “nocicettori“: 
Sono terminazioni libere situate alla giunzione dermo-epidermica.

I nocicettori si possono distinguere in:

  1. Cutanei: unimodali eccitabili da stimoli meccanici ad alta intensità, sono correlati a fibre A delta e
    amieliniche C Hanno campo recettoriale piccolo.
  2. Polimodali: eccitabili da stimolazione termiche, meccaniche e chimiche hanno campo recettoriale
    ampio e sono collegati a fibre amieliniche C e mieliniche A delta.

Dolore neuropatico

Il dolore neuropatico deriva da una lesione o malattia del sistema somatosensoriale.

Diversamente dal dolore nocicettivo, il dolore neuropatico non richiede la stimolazione di specifici recettori per manifestarsi.

E’ un dolore dovuto ad un danno (che sia di origine traumatica o infiammatoria) dei nervi periferici, delle radici nervose, del midollo spinale o delle strutture ancora superiori fino alla corteccia.

Se la lesione si trova a livello del sistema nervoso centrale (SNC) si parla di dolore neuropatico centrale, se interessa il sistema nervoso periferico (SNP) si parla invece di dolore neuropatico periferico.

Il meccanismo che permette l’instaurarsi ed il mantenimento di questo tipo di dolore è molto complesso e non del tutto chiaro.

Sembra che i nervi danneggiati diventino in qualche modo ipereccitabili e cambino la loro forma e funzione, provocando una modifica dell’organizzazione di quella parte del midollo spinale che accoglie i segnali dal SNP e li veicola al cervello, ove peraltro pare si riscontrino modificazioni simili.

Il dolore neuropatico viene di solito espresso dal paziente come: “qualcosa che brucia, che punge… una scossa elettrica”. Può essere continuo o subcontinuo o presentarsi con esacerbazioni parossistiche.

Questo dolore esprime un’alterazione dell’informazione nervosa di tipo algico lungo le vie di trasmissione. Ha di solito un andamento che tende frequentemente a cronicizzare ed è di difficile gestione.

Le disfunzioni e le alterazioni del sistema nervoso possono produrre sia sintomi che potremmo definire di tipo negativo (cioè una riduzione della risposta paragonata a quello che viene definito lo standard normale es: ipoestesia, ipoalgesia) oppure di tipo positivo (cioè una risposta esagerata paragonata sempre allo standard normale es: disestesia, allodinia).

Studi recenti hanno dimostrato una cascata di modificazioni biologiche temporalmente correlate, successive al danno del sistema nervoso che alla fine sfociano in una sensibilizzazione degli elementi nervosi coinvolti
nell’elaborazione dell’ informazione.

Vi è la dimostrazione quindi di modificazioni del sistema nervoso conseguenti ad uno stimolo nocivo protratto, che sono diverse dalla normale elaborazione delle informazioni dolorose.

Questa plasticità del sistema nervoso si manifesta a diversi livelli del nevrasse, dal nocicettore periferico al midollo spinale ed anche alla corteccia cerebrale.

Dolore misto

Esistono infine situazioni in cui il quadro doloroso è frutto dell’intreccio di due o più meccanismi differenti, alcuni a prevalente componente nocicettiva, altri invece a genesi neuropatica.

Se la causa e l’origine del dolore rimangono sconosciute si parla di dolore idiopatico.

Nelle prossime volte continueremo il discorso sul dolore nocicettivo e quello neuropatico e andremo a conoscere le metodiche che permettono di valutarne la presenza.

Fonte: “Fisiopatologia del dolore cronico”, D.ssa Fornara C., U.F. Neurologia e NeuroFisiopatologia, Policlinico I.R.C.C.S. Multimedica, Sesto S. Giovanni (MI)

Progetto ASCO

Neuropathic pain

www.pfizer.it/cont/Schede-di-counselling

“Per una vita come prima”, O. Corli Direttore Medico, C.E.R.P., Ist. Mario Negri Milano.

Corli C. Direttore Medico; C.E.R.P., Ist. Mario Negri (MI)

“Semeiotica e Metodologia clinica, Prof. V. Violi.