Il Piano nazionale esiti 2017 – Migliora l’assistenza ospedaliera, ma non in tutto il Paese
Presentato ieri a Roma “il Piano nazionale esiti che attraverso 166 indicatori monitorizza ogni anno la qualità delle cure ospedaliere. Prosegue il trend di miglioramento generale per tutti i gli indicatori ma restano ancora sacche di inappropriatezza che riguardano soprattutto il Sud e che sono però evidenti anche in singole strutture di Regioni più efficienti. Ottimi risultati invece per la deospedalizzazione delle malattie croniche che prò sconta i ritradi sull’assistenza territoriale
La qualità dell’assistenza ospedaliera continua a migliorare. Non in tutte le realtà, certo, ma il trend è netto soprattutto per alcuni indicatori di esito che sono stati illustrati oggi in conferenza stampa presentando il Piano nazionale Esiti 2017 che contiene 166 indicatori, 67 di esito/processo, 70 volumi di attività e 29 indicatori di ospedalizzazione.
La sintesi dei dati mostra un miglioramento nella tempestività di intervento chirurgico sulle fratture del collo del femore sopra i 65 anni di età: se nel 2010 solo il 31% dei pazienti veniva operato entro due giorni, nel 2016 la proporzione di interventi tempestivi è del 58%, con circa 112.000 i pazienti che dal 2010 hanno beneficiato dell’intervento tempestivo (interventi tempestivi guadagnati), di cui 32.000 nell’ultimo anno.
Si avvicinano le Regioni del Sud ai risultati di quelle del Nord e aumentano le condizioni di equità di accesso.
Le differenze tra Regioni però restano e l’eterogeneità intra-regionale, in alcuni casi, risulta incrementata, in parte come riflesso dell’esistenza all’interno di una stessa Regione, di strutture ospedaliere che hanno significativamente migliorato le performance negli ultimi anni e di strutture ancora lontane dallo standard, con criticità nel riconoscere alla frattura del femore l’urgenza e l’importanza di un percorso clinico-organizzativo per il paziente over-65…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Migliora l’assistenza ospedaliera, ma non in tutto il Paese. Va meglio soprattutto per trattamento infarto acuto, ictus e chirurgia protesica. Il Piano nazionale esiti 2017“, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=57209