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In vista della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre – L’Italia in forte ritardo nell’inclusione sociale. Famiglie sempre più in difficoltà. Pochi servizi e forme di assistenza strutturata

In vista della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, che si celebra il 3 dicembre, l’Osservatorio, che ha sede presso l’Università Cattolica, fa il punto sulle condizioni di vita dei disabili in Italia. Secondo le stime nel nostro Paese ci sono circa 4,3 milioni di persone con disabilità, 2,1 milioni circa in condizioni di particolare gravità. Oltre un terzo vive da solo. Troppo bassa la quota di Pil destinata a politiche per la disabilità. Finanziamenti sbilanciati sul fronte pensionistico, scarsi i servizi per le persone disabili e i loro familiari. IL FOCUS

30 NOV – Spesso sole e in condizioni di vulnerabilità, con titoli di studio bassi, inoccupate molto di più rispetto alla popolazione generale (penalizzate soprattutto le donne), mentre i servizi loro dedicati sono scarsi e troppo pochi i finanziamenti assegnati e con le famiglie – sempre più in difficoltà – a supplire rispetto alle mancanze delle istituzioni nazionali e locali. È questo in sintesi il quadro, non proprio consolante, delle persone con disabilità che emerge nel nostro Paese alla vigilia della Giornata internazionale delle persone con disabilità, promossa dalla Commissione Europea in accordo con le Nazione Unite che si celebra domenica 3 dicembre, tracciato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane che ha sede presso la sede di Roma dell’Università Cattolica. Per l’occasione l’Osservatorio ha elaborato un focus sulla situazione attuale riguardo al tema dei diritti e dell’inclusione sociale delle persone disabili pubblicato sul sito http://www.osservatoriosullasalute.it.

“La disabilità è una condizione che interessa molti italiani e la sfida che il nostro Sistema di welfare dovrà affrontare è quella di riuscire ad assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale, il diritto a vivere una vita indipendente e, più in generale, di essere inclusi nella società con tutte le opportunità (istruzione, lavoro, partecipazione sociale e politica) di cui godono gli altri cittadini”, afferma in una nota Alessandro Solipaca, responsabile Scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane diretto dal professor Walter Ricciardi.

Per tali finalità, le politiche dovranno fronteggiare diversi ordini di problemi, tra loro molto correlati, che vanno dalla sostenibilità economica del Welfare state alla capacità di risposta a diritti inalienabili, riconosciuti anche dal nostro Paese con la ratifica della Convenzione Onu (legge n.18 del 3 marzo 2009)  sui diritti delle persone con disabilità.

Le stime sulla prevalenza nella popolazione della disabilità segnalano che questa condizione interessa circa 4 milioni e 360 mila persone, la maggior parte delle quali ha una età superiore a 65 anni e vive nelle regioni del Mezzogiorno (fonte ISTAT: www.disabilitaincifre.it).

Il bisogno di aiuto di cui necessitano emerge già dal fatto che oltre un terzo di queste persone vive da solo, tra gli ultrasessantacinquenni la quota sale al 42,4%. Si tratta di dati molto preoccupanti poiché palesano una diffusa condizione di vulnerabilità che coinvolge un numero elevato di persone, le quali non possono contare sull’aiuto di un familiare. Basti pensare che tra gli ultra settantacinquenni , una persona su cinque ha gravi difficoltà in almeno un’attività quotidiana (ADL) e solo un anziano su dieci è autonomo nella cura personale…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Disabilità. L’Italia in forte ritardo nell’inclusione sociale. Pochi servizi e forme di assistenza strutturata, famiglie sempre più in difficoltà. Il Focus dell’Osservatorio Nazionale della Salute nelle Regioni”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=56491

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