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Parkinson – Nuova strategia in studio, antiasmatici beta-2-agonisti

Secondo una ricerca pubblicata su “Science”, il salbutamolo – agonista selettivo dei recettori beta-2-adrenergici (beta-2AR) comunemente usato per trattare l’asma – riduce il rischio per la malattia di Parkinson (PD) di circa un terzo. Peraltro il propranololo, un beta-bloccante prescritto per l’ipertensione, è legato a un rischio raddoppiato di sviluppare la malattia. Questi risultati potrebbero indicare un approccio radicalmente nuovo per il trattamento del PD

Il cervello della maggior parte dei pazienti con PD è ricco di accumuli intracellulari di proteina alfa-sinucleina, noti come corpi di Lewy. La clearance di questa proteina, unitamente al blocco della sua trasformazione in specie tossiche o al miglioramento delle sue conseguenze a valle, è stata tradizionalmente la strategia centrale per lo sviluppo di farmaci per il PD.

Gli autori di questo lavoro – guidati da Clemens R. Scherzer, del Neurogenomics Laboratory and Parkinson Personalized Medicine Program all’Harvard Medical School e Brigham and Women’s Hospital di Boston (USA) – hanno ipotizzato che composti chimici progettati per ridurre la trascrizione del gene dell’alfa-sinucleina (SNCA) potessero prevenire o rallentare il processo della malattia in pazienti selezionati. A questa idea mancava però un target da mirare con un farmaco.

Per il nuovo studio, Scherzer e i suoi colleghi hanno impiegato un approccio basato sulla “riutilizzazione di un farmaco”. Hanno cioè vagliato 1.126 composti, inclusi farmaci approvati dalla Food and Drug Administration (FDA), nonché prodotti naturali e integratori alimentari, per trovare agenti che riducessero l’espressione di alfa-sinucleina nei neuroni. Da questo ‘screening’ sono emersi quattro “risultati”, tre dei quali sono beta-2-agonisti: salbutamolo, clenbuterolo e metaproterenolo.

Il beta-2-adrenocettore regola la trascrizione del gene dell’alfa-sinucleina
Si è così scoperto che il beta-2AR è un regolatore di SNCA. I ligandi beta-2AR modulano la trascrizione di SNCA attraverso l’acetilazione istonica del suo promotore e dei suoi amplificatori. Dato che i beta-2AR modulano l’espressione di SNCA, i ricercatori hanno ipotizzato che l’uso di ligandi beta-2AR potesse influenzare il rischio di PD…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Antiasmatici beta-2-agonisti, nuova strategia in studio per trattare il Parkinson”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/antiasmatici-beta-2-agonisti-nuova-strategia-in-studio-per-trattare-il-parkinson-24812